
Il Pew Research Center ha, di recente, esplorato l’opinione degli americani sull’uso delle tecniche di riconoscimento facciale.
La ricerca ha dimostrato che la maggior parte degli statunitensi ritengono accettabile che gli organismi governativi usino il riconoscimento facciale per scopi di law enforcement ovvero per far rispettare le leggi (codice della strada, leggi penali, ecc.). Quasi il 60% degli intervistati, infatti, ritiene che sia ragionevole l’uso di questi strumenti per ragioni di pubblica sicurezza negli spazi pubblici.
All’interno di questa platea, tuttavia, esistono differenze notevoli rispetto a talune variabili del campione.
Età: i giovani sono meno favorevoli all’uso della tecnologia che scansiona ed esamina il volto.
Orientamento politico: i repubblicani sono più convinti dei democratici dell’efficacia del riconoscimento facciale.
Etnìa: i bianchi sono più favorevoli degli ispanici o dei neri all’uso del viso come elemento di identificazione e, quindi, di induzione al rispetto della legge.
Tutti, però, mostrano scetticismo quando gli strumenti di riconoscimento facciale sono impiegati a scopi pubblicitari o quando sono utilizzate tecnologie spinte (p.e. l’intelligenza artificiale).
Il dibattito è aperto: negli USA come in Europa. Il nostro GDPR ci fa partire avvantaggiati, applicando alle caratteristiche del nostro volto le tutele rafforzate dei dati biometrici.