Biscotti? No, grazie

Attenti ai biscotti, cioè ai cookies.

Facciamo finta di non vedere quelle strisce (banner) che compaiono, sopra‑sotto‑in mezzo, quando accediamo ad un nuovo sito web. Forse ci creano maggior di fastidio quando navighiamo utilizzando lo smartphone perché la “striscia” ci ostacola nella lettura su uno schermo che non supera i 6 pollici. E continuiamo a non curarcene.

Magicamente, tuttavia, se torniamo il giorno dopo sullo stesso sito, la “striscia” non compare più. Questo succede perché il sito ha automaticamente memorizzato un cookie sul nostro dispositivo (PC, smartphone, tablet, ecc.): ha scritto qualcosa nella nostra memoria e, quando lo rivisitiamo, verificata la presenza di una traccia, ci agevola nella navigazione (per esempio ci evita di scrivere ogni volta la password di gmail). Questo è un tipico esempio di cookie tecnico: viene usato solo per scopi di “ausilio” alla navigazione.

Esistono, tuttavia, altri biscotti chiamati cookie di profilazione che, dal punto di vista informatico, sono identici rispetto ai cookie tecnici ma vengono utilizzati dai siti per memorizzare e tracciare i comportamenti dell’utente durante la navigazione: gli acquisti fatti, le notizie osservate, ecc. Questa sorta di monitoraggio continuo permette di orientare le proposte che, durante la navigazione, compaiono sui siti. Per esempio, se siamo stati su Ebay per cercare un giocattolo di legno per il nipotino, i cookie di profilazione che sono stati depositati sul nostro dispositivo ne tengono traccia e fanno in modo che, successivamente, durante la navigazione, in appositi riquadri, ci vengano proposti articoli simili.

Esiste un obbligo, per i responsabili dei siti web, di dichiarare, nelle “strisce” iniziali e in apposite pagine facilmente raggiungibili dall’utente, quali tipi di cookie utilizzano: solo cookie tecnici o anche cookie di profilazione. Nel primo caso, esiste solo un obbligo di informativa mentre, nel secondo caso, occorre acquisire il consenso del navigatore. Attenzione: il consenso è acquisibile anche con la semplice prosecuzione della navigazione.

Per questo, è necessario approfondire le “strisce” che ogni sito ci propone alla prima visita. Quando viene detto che verranno utilizzati “biscotti” (cookie) di profilazione conviene rispondere: no, grazie e passare ad un altro sito.

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Sono famosi

Il Ministero della Giustizia lavora ad un decreto delegato in materia di intercettazioni. Un grande quotidiano ha anticipato ieri i contenuti della bozza e li ha commentati con disappunto.

Lo schema di decreto, cioè la bozza, farebbe prevalere la privacy sul diritto di pubblicare le intercettazioni. Secondo il quotidiano, invece, i personaggi pubblici avrebbero diritto ad una privacy “attenuata” rispetto alle persone comuni, soprattutto quando rivestono cariche pubbliche.

Le norme europee e le norme italiane in materia di privacy, in realtà, non distinguono tra VIP e persone comuni: il confine sarebbe troppo difficile da individuare. E poi perché le persone famose avrebbero meno diritto alla riservatezza degli altri? Si tratta pur sempre di un diritto fondamentale.
Per fare un po’ di chiarezza, è utile citare una decisione dell’ICO (l’autorità garante per la protezione dei dati personali del Regno Unito) la quale ha deciso che non può essere considerata violazione dei dati personali la pubblicazione, da parte della Virgin Trains East Coast, delle immagini di Jeremy Corbyn (leader del partito laburista inglese) ripreso durante un viaggio sui treni della stessa Virgin.
Questa decisione, tuttavia, non è stata assunta perché Corbyn, come personaggio famoso, avesse meno diritto alla privacy, ma perché lo stesso Corbyn aveva in precedenza pubblicato un video che lo ritraeva durante il viaggio in treno.
L’ICO ha sanzionato, invece, il fatto che le riprese della Virgin mostravano il volto di altri passeggeri presenti sul treno insieme a Corbyn. Perché, spesso, il personaggio famoso si accompagna a persone comuni, ad esempio quando prende il treno e sicuramente quando parla al telefono.

Le foto, le riprese e le intercettazioni hanno un limite nella privacy di tutti, che siano famosi oppure no.

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