1.000 indirizzi mail di Yahoo=10$
1.000 like su Facebook=15$
1 identità di un altro soggetto=21,35$
1.000 indirizzi mail di Gmail=200$
Questa è una parte del “listino prezzi” del web sommerso: una carta di credito clonata, ad esempio, costa 250 dollari!!! Insomma, per un pugno di dollari si può acquistare qualunque cosa.
Alcuni commentatori specializzati raccontano che le informazioni sono il nuovo petrolio del mercato nero nel web. Significa che il loro traffico illecito è diventato ormai più redditizio delle armi e della droga.
Ecco perché:
- la normativa per la protezione dei dati personali è molto diversa a livello internazionale; alcuni Paesi, fuori dall’Unione Europea, non puniscono il trattamento illecito dei dati. Basta, quindi, che un cyber-criminale abbia la propria base operativa in uno di questi Paesi per rendere molto difficile l’applicazione di sanzioni anche quando sottrae dati in Italia;
- le polizie non hanno un sufficiente coordinamento per la gestione di atti illeciti legati al traffico di dati personali. Sono molto attrezzate a combattere i traffici di droga e armi, ma non ancora per inseguire i traffici di dati;
- il comportamento di chi sottrae dati personali si è molto raffinato nel tempo; i “colpi” sono messi a segno con tecniche che agiscono “low and slow”, ovvero senza clamore e lentamente, con la conseguenza che potremmo non accorgerci mai del fatto che ci è stato sottratto l’indirizzo email;
- il titolare che tratta i nostri dati personali (banca, service provider, supermercato) è, normalmente, restio a denunciare di aver subito una violazione, per timore della perdita di reputazione.
Un famoso crittografo statunitense amava ripetere “If you think technology can solve your security problems, then you don’t understand the problems and you don’t understand the technology” (“Se pensi che la tecnologia possa risolvere i tuoi problemi di sicurezza, allora tu non capisci i problemi né la tecnologia”).
Sicuramente chi tratta dati personali deve impegnarsi ad applicare tutte le misure di sicurezza rese disponibili dalla tecnologia: è necessario, lo prevede il GDPR. Tuttavia, può non essere sufficiente. L’antidoto più efficace, in questi casi, è la consapevolezza di ognuno di noi: mai essere leggeri, soprattutto se ci viene offerta qualcosa gratis.