Piano piano, ci arriviamo

Come avevamo ampiamente previsto, l’applicazione concreta della legge 5/2018 sta, faticosamente, facendosi strada. Intanto, le telefonate importune continuano ad arrivare, come prima e più di prima.

Nei nostri commenti, eravamo arrivati alla delibera AGCOM che aveva definito i prefissi che i call center dovevano utilizzare per contattare gli utenti a scopi di marketing o di indagini statistiche.

L’altro elemento di novità della legge 5/2018 era il rinnovato registro delle opposizioni al quale, diversamente dal precedente legato solo alle linee fisse, potranno iscriversi anche gli utenti di linee cellulari. Il Ministero dello Sviluppo Economico ha, quindi, sottoposto al Garante per la Protezione dei Dati Personali uno schema di regolamento che dovrebbe disciplinare il funzionamento del registro delle opposizioni.

Il Garante, pur dando il via libera al regolamento, ha criticato l’approccio utilizzato dal MISE che introduce il concetto, non previsto dalla legge, di categorie merceologiche (riportate precisamente in un allegato allo schema di regolamento) per le quali l’utente potrà scegliere di non essere infastidito. Questo, secondo il Garante, è un approccio che complica l’esercizio dell’opposizione da parte dell’utente; inoltre, poiché l’iscrizione al registro delle opposizioni corrisponde, secondo la legge, alla revoca dei precedenti consensi forniti dall’utente (che evidentemente è estenuato dalle chiamate) non è ragionevole chiedergli di specificare le categorie merceologiche per le quali non vuole più seccature ma appare logico che intenda opporsi a qualsiasi telefonata pubblicitaria.

Piano piano, si riuscirà ad evitare le scocciature.

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Il salto di qualità

La pubblicità viaggia sui social network, in maniera esplicita o implicita. Ma qualcuno si sta chiedendo: quando un acquisto viene fatto su Amazon è possibile metterlo in relazione alla pubblicità fatta su Facebook? La risposta a questa domanda ha un valore di centinaia di miliardi ed è destinata ad orientare il modello di business di molti OTT.

Per cominciare ad allargarsi nel customer journey molti social network si stanno attrezzando: sia quelli occidentali sia quelli orientali. Whatsapp, per esempio, sta sperimentando, in India, la possibilità di pagare beni e servizi direttamente dal suo ambiente. Con WeChat, in Cina, si possono pagare molti servizi pubblici e si può trasferire denaro.

Non dimentichiamo che, da qualche mese, Zuckerberg ha promesso l’integrazione dei suoi strumenti in un unico spazio digitale. Questa svolta non è dovuta solo allo scopo di avvantaggiare l’utente nei contatti trasversali ma, soprattutto, a creare un unica comunità attraverso la quale far scorrere pubblicità (esplicita o implicita). In realtà, sta pensando di aggiungere, a tutto questo, una moneta virtuale che, contrariamente alle attuali criptovalute accettate solo da pochi intimi, beneficerà della diffusione di Whatsapp, Messenger, Instagram, Facebook. Il progetto, per il momento, si chiama Libra e sembra destinato a diventare realtà entro il 2020.

Il salto di qualità che ci aspettavamo: “Il futuro è privato”, dice Zuckerberg. Ma siamo sicuri che lo sia anche tutto il resto?

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