
Come avevamo ampiamente previsto, l’applicazione concreta della legge 5/2018 sta, faticosamente, facendosi strada. Intanto, le telefonate importune continuano ad arrivare, come prima e più di prima.
Nei nostri commenti, eravamo arrivati alla delibera AGCOM che aveva definito i prefissi che i call center dovevano utilizzare per contattare gli utenti a scopi di marketing o di indagini statistiche.
L’altro elemento di novità della legge 5/2018 era il rinnovato registro delle opposizioni al quale, diversamente dal precedente legato solo alle linee fisse, potranno iscriversi anche gli utenti di linee cellulari. Il Ministero dello Sviluppo Economico ha, quindi, sottoposto al Garante per la Protezione dei Dati Personali uno schema di regolamento che dovrebbe disciplinare il funzionamento del registro delle opposizioni.
Il Garante, pur dando il via libera al regolamento, ha criticato l’approccio utilizzato dal MISE che introduce il concetto, non previsto dalla legge, di categorie merceologiche (riportate precisamente in un allegato allo schema di regolamento) per le quali l’utente potrà scegliere di non essere infastidito. Questo, secondo il Garante, è un approccio che complica l’esercizio dell’opposizione da parte dell’utente; inoltre, poiché l’iscrizione al registro delle opposizioni corrisponde, secondo la legge, alla revoca dei precedenti consensi forniti dall’utente (che evidentemente è estenuato dalle chiamate) non è ragionevole chiedergli di specificare le categorie merceologiche per le quali non vuole più seccature ma appare logico che intenda opporsi a qualsiasi telefonata pubblicitaria.
Piano piano, si riuscirà ad evitare le scocciature.